Parliamo della difficoltà di lasciare andare gli attaccamenti terreni...
Quando la scintilla Divina è pronta per essere riassorbita dalla Sorgente, sperimenta molta sofferenza nella sua ultima incarnazione.
Tutto il dolore che proverà servirà a risparmiarle il dolore più grande, ossia la separazione dalla dimensione materiale. Durante il suo percorso nella dualità la scintilla Divina sperimenta legami con le sue proiezioni esterne, rappresentate dalle famiglie in cui si incarna, le relazioni sentimentali, le amicizie...
Questo perché ha bisogno di conoscersi, e lo può fare solamente nel confronto con i suoi specchi.
Nell'ultima incarnazione si nasce segnati, nel senso che tutta la vita è improntata verso un'unica realizzazione, ossia salutare questo mondo a cuor leggero, senza rimpianti, senza più voglia di sperimentare null'altro, perché i serbatoi energetici sono ormai quasi vuoti, e l'attrazione vibrazionale che la richiamava in questa dimensione è sempre meno forte.
Si inizia col nascere in famiglie disfunzionali, dove ci si sente estranei, dove non ci si sente compresi, dove non si riceve sostegno, anzi, pare quasi di doversi vergognare ad avere una sensibilità diversa da tutti gli altri membri, ad avere bisogno di relazioni profonde, dove viene spontaneo mostrare un bisogno che per noi è primario, cioè essere amati, e invece si viene accusati di essere troppo fragili o troppo sensibili. Si impara così a convivere con questo dolore interiore,che poi si rifletterà su tutti gli altri tipi di relazioni che si avranno.
Quel marchio, quel segno ricevuto alla nascita, ci accompagnerà per tutta la vita, ci sembrerà una maledizione, sarà come avere la consapevolezza che esiste quel qualcosa che appaga l'anima, ma vivere in un mondo arido come un deserto, e dover morire di sete, senza trovare nemmeno una goccia di acqua che sollevi da questa arsura insopportabile.
Nella vita di chi è pronto a ritornare al Divino, la delusione è una costante, alla fine si smette di cercare fuori, e ci si rannicchia all'interno, come a riprendere una posizione fetale, e si inizia così il percorso a ritroso, ci si prepara a dire addio a tutti, anche a chi si pensava fosse come noi, a chi aveva mostrato di avere qualche affinità con il nostro sentire, anche ai figli, che si credeva fossero una parte di noi, man mano, avviene il distacco anche da loro.
È alla fine che si prendono le batoste più pesanti e si chiude definitivamente la porta, voltando per sempre lo sguardo altrove, e rendendosi conto di non avere più nulla e nessuno che ci trattiene. Si comprende allora che tutta la sofferenza era solo una preparazione, un modo in cui la vita ancora una volta, amorevolmente si è presa cura di noi, rendendo il distacco un evento desiderato, e non più temuto.
Se non provate quello che ho descritto, probabilmente avete ancora delle cose da fare in questa dimensione terrena.
Chi sente nel cuore la chiamata celeste è già pronto, ha già iniziato la risalita, la sua Coscienza è già altrove, anche se fisicamente è ancora in questo mondo, vive sempre maggiormente nella consapevolezza di aver terminato il suo ciclo, ed attende solo che il processo di distacco, e l'aggancio con il suo Sé superiore completi il tutto.
SIATE BENEDETTI
Anna Radioni Callegari (tramite Canale Telegram Sacer Ignis)
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